Quando nel 1954 il sig. Leo Fender progettò e mise in commercio la Stratocaster che seguiva la produzione del precedente modello Telecaster secondo me immaginava che quello strumento sarebbe stato non solo una chitarra ma un icona di un epoca destinata a restare nel tempo come una vera e propria opera d’arte.
Non mi fermerò in questo articolo a descrivere le caratteristiche tecniche o la storia di questa chitarra , che potrete trovare comodamente su wikipedia, o dei chitarristi importanti nella storia della musica che l’hanno abbracciata, praticamente tutti nell’ambito dei diversi generi musicali data la sua versatilità, ma del periodo in cui questa chitarra era simbolo di un concetto musicale non solo di un concetto di note.
Dopo gli anni ‘60 la musica iniziava ad essere qualcosa di diverso , su cui poter affidare ed esporre la propria creatività e quello era l’aspetto più importante per un artista e spesso questa sua creatività non era oggetto di solitudine ma aveva bisogno di essere condivisa per cui nascevano gruppi musicali destinati a restare nella storia del pop ,del rock ,del progressive del jazz che anch’esso assumeva forme diverse con idee nuove, che si distaccavano dalla musica classica e il concetto di canzone espresso fino a quel momento.
Partendo dal concetto che si può definire canzone “ un’opera d’arte destinata a restare nel tempo e che rappresenta il tempo in cui si vive “ in tutto il periodo dagli anni 60 fino ai primi anni 80 la canzone fu proprio quell’espressione che rappresentava una trasformazione rivoluzionaria della cultura nella dimensione studentesca e popolare che aveva bisogno di stimoli per crescere e soprattutto di conoscenza del mondo, di altre culture da cui attingere nella dimensione di un mondo che non poteva restare chiuso tra le mura di una sola nazione ma che aveva bisogno di guardare oltre per apprendere e misurarsi.
Un po’ come successe nella musica classica nell’’800 anche nella musica nuova entravano scale arabe o orientali e la musica fu il motivo per muoversi nel mondo
e fu sicuramente un mezzo per cui il mondo stesso si accorgesse che i giovani avevano bisogno di conoscerlo e di far conioscere il loro pensiero al resto del globo.
La stratocaster era presente nella maggior parte dei gruppi divenendo un simbolo di un concetto rivoluzionario del nuovo modo di suonare.
In quel periodo ,che ringraziando Dio, ho vissuto avendo iniziato a soli 4 anni ad intraprendere la mia vita artistica, la musica era anche il concetto dello stare insieme ,di condividere le note e le parole che sicuramente avevano concetti importanti da esprimere.
Nelle giornate al mare intorno al fuoco, si cantava , si perché c’era sempre qualcuno con la chitarra che animava le serate e suonava le ultime ballate o i brani rock che già erano successi e ci si inventava qualunque cosa per riprodurre quelle note perché ancora la tecnologia non ci aveva intrappolato con un telefonino e con una mega cassa collegabile tramite bluetooth.
C’era un mondo da inventare e da riprodurre con le proprie mani magari scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo quando le dita entravano in pressione su quelle corde.
I brani duravano tanti minuti perché la sete di creatività era molta e perché molta era la risposta dell’ascolto; ricordo infatti che quando avevo due lire da parte andavo al negozio e tra la vasta scelta di LP , che avrei voluto comprare tutti , dovevo sceglierne uno e ogni volta era una totale indecisione tra le tante cose nuove e belle che c’erano.
Poi uscito dal negozio guardavo fino a casa la copertina bellissima, grande, con disegni che erano opere d’arte e leggevo dietro le cose scritte.
Una volta arrivato a casa era un rito togliere il cellophane aprire l’LP guardare le stupende figure interne e poi aprire il libretto dei testi dove oltre i testi c’erano le informazioni di chi aveva scritto arrangiato il brano e magari delle frasi scritte dagli stessi autori che accompagnavano il testo.
Poi ci si metteva seduti nel mezzo di due casse con la puntina che a volte si doveva anche cambiare perché un po’ consumata, e si sentiva con gusto il lato A e si girava poi il lato B perché se ne aveva il tempo.
E da ascoltatore diventavi protagonista … in tv? No diventavi protagonista perché con i componenti del gruppo ti costruivi una saletta per le prove in qualsiasi buco di posto, lo incartavi con le confezioni delle uova per poi passare giornate e nottate a creare e creare e discutere e prepararsi per un concerto che sarebbe stato comunque importante anche se si trattava della sagra del fungo.
Era fantastico riuscire a fantasticare , mi scuso per il gioco di parole ma, pensavi davvero ci fosse un posto ed un futuro per la tua creatività e questo già ti faceva stare bene.
In tutto questo non ho mai avuto un gruppo o dei turnisti che dietro non avessero la loro Stratocaster.
Ancora oggi vedo molti giovani che scelgono questa chitarra e la sanno suonare con tanta tecnica facendo note velocissime e virtuosismi fantastici ma come spiegare loro che ogni nota ha un’anima ed anche una storia su questa chitarra?
Come spiegare loro che il concetto di musica non è individuale ma universale e collettivo?
Come si può far capire che la musica non è solo essere virtuosi ma l’espressione di se stessi?
Vorrei davvero che i giovani conoscessero un tempo in cui è nata una chitarra Stratocaster che non era una chitarra ma un pretesto come lo fu per Hendrix o per Clapton per raccontare il loro tempo e che ancora oggi può esserlo
To Be continued al prossimo articolo …. buona musica