Circa 40 milioni di dischi venduti, 34 album pubblicati tra quelli in studio, 18, dal vivo, 11, e raccolte. Circa 800 concerti, tra cui quello da record al Modena Park 2017, 225.173 spettatori paganti. E ancora, primo nella classifica degli album più venduti in Italia in un periodo che comprende cinque differenti decenni consecutivi, con l’ultimo Siamo Qui pubblicato nel 2021.
Non servirebbero i numeri a far capire quanto Vasco Rossi sia amato dal pubblico italiano. Basterebbe guardare nei volti i fan che assistono ai suoi concerti, gli occhi lucidi delle ragazze che a squarciagola cantano i suoi successi dedicati in gran parte a figure femminili, o i volti ammirati dei ragazzi, per loro Vasco resta un esempio, una ragione di vita.
In pista dal 1977, quando grazie anche allo stimolo dei suoi amici, tra cui Gaetano Curreri, pubblica il suo primo 45 giri, Jenny/Silvia, per una casa discografica che fino ad allora si era mossa esclusivamente nel ballo liscio, Vasco compie oggi 70 anni.
Nato il 7 febbraio del 1952 a Zocca, è sotto la spinta di mamma Novella, una casalinga appassionata di musica, che entra a contatto con quello che diventerà il suo mondo. Iscritto a scuola di canto, vince l’Usignolo d’oro ad appena 13 anni, cantando il brano Come nelle fiabe, mentre a 14 ha la sua prima band, in origine ‘Killer’, nome poi trasformato in ‘Little Boys’.
Una premessa coerente per colui che sarebbe diventato, poi, il più rocker italiano di sempre. Eppure, per poco, la strada del ‘Blasco’ avrebbe potuto prendere altre strade.
Questione di incroci e di scelte. Perché quando la vita ti pone di fronte a delle scelte il rischio di fare quella sbagliata è sempre dietro l’angolo.
Vasco nel periodo precedente all’inizio della sua straordinaria carriera, di bivi da affrontare, in cui provare a cogliere la strada giusta per poi non doversene pentire in futuro, se ne è trovati davanti molti. Prima di diventare il ‘Blasco’, il ‘Komandante’, la guida di intere generazioni da almeno 45 anni, il futuro rocker di Zocca avrebbe potuto diventare tutt’altro nella vita.
Ha circa 20 anni, infatti, quando il neo diplomato ragioniere, titolo preso a fatica e su spinta di papà Giovanni Carlo, camionista, che per lui avrebbe voluto un futuro lavorativo al riparo dalle intemperie, scopre invece di essere appassionato di teatro. Avrebbe voluto addirittura iscriversi al Dams per prendere parte al corso di teatro alternativo. Ma il padre non è d’accordo e nel 1972 Vasco si vede costretto ad iscriversi al corso di laurea in Economia e Commercio all’Università di Bologna. Facoltà che dopo 2 anni abbandona per iscriversi a Pedagogia, che sente più vicina alla sua personalità, ai suoi interessi: anche qui, però, abbandonerà il corso a soli 8 esami dalla laurea.
Meglio allora concentrarsi su un’altra grande passione che in Vasco comincia a farsi largo, quella per il mondo delle radio. E arriva, infatti, il 1975, un anno determinante per lui. Il futuro Komandante, nella sua Zocca fonda la tutt’ora esistente Punto Radio, una emittente libera, stato sancito dalla sentenza del pretore di Vignola del 1976 che dichiarò incostituzionale il monopolio della Rai.
Vasco ebbe quindi il via libera, dal suo esempio nacquero così in Italia tantissime altre radio libere.
La seconda metà degli Anni 70 per Vasco si conferma come un periodo determinante per il suo futuro, la strada giusta era ormai stata intrapresa. Dopo l’Ep Jenny/Silvia pubblicato nel 1977, nei due anni successivi piazzerà due colpi incredibili pubblicando i sue due primi fondamentali album. Nel 1978, infatti, pubblica …Ma cosa vuoi che sia una canzone…, anticipato dal 45 giri La nostra relazione/…E poi mi parli di una vita insieme.
Un anno dopo esce, invece, Non siamo mica gli americani!, che regala a Vasco un successo maggiore rispetto all’album d’esordio, da cui viene estrapolato il 45 giri Albachiara/Fegato, fegato spappolato. Non solo: nell’album c’è anche (per quello che ho da fare) Faccio il militare, canzone ironica nei confronti del servizio militare, che l’autore aveva terminato pochi mesi prima.
La strada intrapresa è indubbiamente quella giusta, Vasco è ormai un giovane rocker deciso a conquistarsi il suo spazio nel panorama rock italiano.
Dopo di allora arriveranno i 16 dischi in studio, oltre alle varie raccolte e album live, ma soprattutto canzoni che sono entrate nell’immaginario del pubblico italiano, associate indiscutibilmente al vissuto di giovani e meno giovani. Perché il ‘provocautore’ Vasco Rossi, come si autodefinisce, con la sua musica e con le sue canzoni ha ispirato generazioni e generazioni di italiani. Un po’ a tutti è capitato di aver voluto vivere una “vita spericolata”, di aver urlato ai quattro venti che “siamo solo noi” che “andiamo a letto la mattina presto e ci svegliamo con il mal di testa”.
Oggi, a 70 anni appena compiuti, Vasco si conferma ancora sulla cresta dell’onda, con un nuovo album e un tour che partirà appena la pandemia lo consentirà. Perché, come canta lo stesso rocker, “eh già/sembrava la fine del mondo/ma sono ancora qua/ ci vuole abilità”. Basta essere Vasco.
Il primo e l’ultimo singolo di Vasco, usciti nel 1977 e nel 2021