Il Vasco Live 2024 si è da poco concluso. Undici date per un tour trionfale, interamente sold out da mesi, caratterizzato da un record difficile da battere: sette concerti allo stadio Meazza di Milano, per tutti “San Siro”, cui hanno assistito 400.000 fan entusiasti.
Cosa si può provare ad aprire un concerto di Vasco Rossi nel tempio italiano della musica live? Lo abbiamo chiesto a Cindy Cattaruzza, cantante e front woman della band friulana Cindy & The Rock Hysteria, che ha aperto la seconda data di Milano, sabato 8 giugno 2024.
Cindy, partiamo dall’inizio: chi ha avuto l’idea di partecipare al concorso per essere una delle band che aprono le date di Vasco a San Siro?
Allora, come è nata… E’ nata pochissime settimane prima di quando ci siamo poi esibiti a San Siro. Io seguo Vasco, sono sua fan da una vita e ho visto che ha pubblicizzato quest’iniziativa, in cui lui insieme al comune di Zocca, casa sua, hanno istituito il casting “Zocca paese della musica”, dove chi partecipava aveva la possibilità, nel momento in cui avesse vinto, di aprire uno dei concerti del Vasco Live 2024. Quindi ho chiamato i ragazzi e ho detto: “Ragazzi, cosa ne pensate, ci proviamo? Portiamo uno dei pezzi del nostro disco?” e tutti mi hanno risposto: “Sì, dai, proviamo!”.
Abbiamo spedito tutto il nostro materiale video, materiale audio e un pezzo inedito del nostro disco e nel giro di qualche giorno ci hanno ricontattati dicendo che eravamo stati selezionati tra i 518 artisti iniziali e che potevamo accedere alla semifinale di Zocca. Avremmo dovuto essere lì alle 9:00 del mattino, eravamo in 144 artisti a partecipare. Ti dico solo questo: la sera prima abbiamo suonato, smontato alla velocità della luce, siamo andati a dormire due ore, ma non per modo di dire… proprio due ore.
La mattina dopo siamo partiti per Zocca, siamo arrivati lì puntualissimi e abbiamo fatto la nostra esibizione in tarda mattinata, suonando “Cut The Crap” al teatro comunale “Il Blasco”.
E poi bisognava tornare a casa, perché il giorno dopo avremmo avuto un altro concerto e comunque non si sarebbe saputo in giornata chi passava alle finali, quindi abbiamo detto: “Vabbè, ci siamo esibiti, continuiamo la nostra gita!”. E siamo andati in pellegrinaggio a visitare il locale storico di Zocca dove Vasco Rossi è cresciuto con Massimo Riva, proprio quel locale dove suonavano insieme e dove Vasco faceva il dj. Siamo andati lì a berci una cosa e ad esplorare questo posto così mistico e poi, ovviamente, a casa di Vasco, a vedere questa strada coperta di scritte, la palizzata coperta di scritte e di adesivi. Non si poteva non andare, tutta la vita ho sentito parlare di questa casa e di queste mura completamente tappezzate di scritte.
Siamo andati anche lì e poi abbiamo fatto delle strade meravigliose, in mezzo alle colline, tipo i colli bolognesi, quindi ho detto: “Ragazzi, noi dobbiamo mangiare tipico!”, perché io sono quella che deve mangiare! Ci siamo fermati in un agriturismo meraviglioso su questi colli, la giornata era splendida in un periodo in cui pioveva sempre, quindi eravamo stati baciati dalla fortuna sotto questo punto di vista. Abbiamo mangiato una fiorentina di chianina, i tortelli freschi, le tagliatelle al ragù… Era tutto così perfetto e meraviglioso.
Siamo tornati a casa e nel giro di qualche giorno ci chiamano e ci dicono: “Guardate che siete in finale”. Torna giù a Zocca un’altra volta, di nuovo dormendo pochissimo perché abbiamo suonato le sere prima. C’era la diretta questa volta, è stata una vera e propria serata con tutti i gruppi finalisti. Eravamo in 17 e i primi sette classificati avrebbero aperto i sette concerti di Vasco a San Siro. Ci siamo esibiti e la voglia di vincere, per la prima volta forse nella mia vita, era veramente tanta. Essere arrivati così vicini… Ormai volevo vincere! Ci siamo esibiti e siamo rimasti lì, perché alla fine della serata si sarebbe saputo chi avesse vinto. La giuria era di quelle pazzesche, con grandi nomi della discografia e della musica, proprio di chi lavora dietro le quinte. C’erano Live Nation piuttosto che Radio Italia.
Una cosa incredibile per noi che siamo arrivati lì da sconosciuti con un pezzo del nostro disco e, cavoli, siamo arrivati secondi.
E’ stato fantastico, come gruppi eravamo il primo perché ha vinto la gara una ragazza di 24 anni (Namida, ndr). Ce l’avevamo fatta, avremmo aperto il secondo concerto di Vasco a San Siro! Fortuna vuole che fosse il concerto del sabato. E sabato è anche la giornata in cui c’è più gente al pomeriggio presto, ed era l’unico sabato in cui eravamo liberi. Noi puntavamo a vincere quella serata lì, perché così non avremmo dovuto ‘tirare il pacco’ da nessuna parte, o spostare nessuna altra data. Tutto questo è successo un venerdì sera e, da lì ad una settimana, avremmo dovuto essere a San Siro! Non abbiamo neanche avuto il tempo di prepararci, non hai il tempo di rendertene conto che già devi essere là. E, fatalità, abbiamo avuto una settimana bella zeppa di impegni: abbiamo suonato il giovedì, il venerdì e sabato a San Siro, poi dovevamo tornare indietro e suonare pure la domenica. Eravamo sfiniti, dormito niente, ma felici!
Fantastico. Veniamo a questo sabato a San Siro: trovarsi su un palco enorme, in un contesto tra i più importanti in Italia, davanti ad un pubblico così numeroso. Raccontaci com’è andata, quali sensazioni avete avuto.
Guarda, io ho visto tanti concerti di Vasco e quindi tante aperture. Ci sono dei gruppi a cui non è andata benissimo, perché i fan di Vasco sono unici al mondo, loro sono lì solo per Vasco. Non è facile andare lì, a rubare un po’ del suo spazio e dire ai suoi fan, che sono lì per lui, “Potete ascoltare anche noi, per piacere?”. Non è così scontato, queste persone non sono qui per me, ma per qualcun altro e io mi sto imponendo per farmi ascoltare. Abbiamo suonato cinque pezzi dal nostro album: Cut The Crap, Fast Lane, Official Prayer, Anything You Want, Wild Heart Can’t Be Tamed.
Devo dire che è andata molto bene, sono proprio contenta di come è andata e addirittura ci sono dei dei fan di Vasco che erano lì, ci hanno fatto dei video, ci hanno cercato sui social e ci hanno mandato i video che hanno fatto! Questo mi ha stupita tantissimo, pensa che anche l’altra sera eravamo a suonare e si è presentato un fan di Vasco con la sua maglietta del concerto. Lui non ci conosceva, ci ha sentiti a San Siro ed è venuto apposta per incontrarci. Ma che bello, questa è una cosa strafiga!
In effetti, anche noi abbiamo assistito alla vostra esibizione e possiamo confermare che il pubblico di San Siro vi ha seguiti con attenzione e applaudendo. Inoltre, avete tenuto benissimo il palco e non sembravi affatto intimorita.
Io non vedevo l’ora! Ero così felice ed emozionatissima… Era un regalo talmente gigante che volevo godermelo tutto, volevo mangiarmelo tutto! Era proprio una cosa così bella che dovevo godermela assolutamente, non volevo che l’emozione mi dominasse e non mi facesse godere appieno di questa fortuna grande che avevo avuto. Durante la seconda canzone, probabilmente per il caldo, mi è venuta una vampata di calore e a un certo punto ho pensato: “Porco cane, adesso svengo, la gente mi sta facendo i video e divento virale sui social”.
Mi son detta, devo fare qualcosa per respirare, mi sono inginocchiata per terra, ma non è stata una cosa scenica, è stato per riprendere fiato! Così ho respirato un po’ e mi sono ripresa. Credo sia successo perché non avevo mangiato, io di solito mangio sempre, anche prima di cantare, quindi forse è stato quello però è andata bene, non sono svenuta! Poi è successo che uno dalla transenna, laterale, mi ha chiamata e io, anche se lì non avevo le spie, sono andata sulla passerella… ma quando mi ricapita di farlo?
E alla fine, avete incontrato Vasco?
No. Ci hanno detto che le prime date sono quelle più stressanti per lui e quindi ci sono poche possibilità. Prima del concerto, io ero dietro al palco, ma lui arriva all’ultimo momento. Hanno mandato via la sicurezza della giornata ed è arrivata la sua personale. E’ arrivata la band, sono saliti tutti insieme sul palco e hanno cominciato lo show. Dopo il concerto, siamo andati via subito, perché noi il giorno dopo suonavamo.
Ti dirò, ne ho visti tanti, di concerti di Vasco, ma questo me lo sono goduta come una pazza: era una fortuna poter stare tra la transenna e il palco, nello spazio dei fotografi, dove lui arriva camminando in passerella. Ero lì da sola, cioè c’ero io ed i pompieri, e ballavo… Sai quando ti dicono: “Balla come se nessuno ti stesse guardando”. Ecco, io lì l’ho fatto! Si vede che avevo una tale carica di adrenalina addosso che ero scatenata. A un certo punto lui, su Bollicine è arrivato e mi deve aver vista che ero fuori di testa perché si è fermato lì davanti a me e cantava e rideva, perché avrà pensato: “Questa è pazza”.
Nell’apertura per Vasco a San Siro avete presentato degli inediti. Parlaci del vostro album omonimo “Cindy & The Rock Hysteria”.
Il disco è uscito nel 2019, pochi mesi prima del covid. Questo vuol dire che poi è morto tutto per 3 anni e quando abbiamo ripreso con la musica, lo abbiamo fatto più che altro col progetto di cover “Rock History”, che racconta la storia del rock, accantonando il progetto inediti.
Ma quest’esperienza ci ha dato nuova energia e abbiamo scritto dei nuovi pezzi, fatto nuovi arrangiamenti. A breve entreremo in studio a registrare ed usciranno dei nuovi EP. Abbiamo proprio voglia di fare qualcosa di nuovo, di crederci fino in fondo, perché ai tempi l’abbiamo fatto solo per noi stessi, senza aspettarci niente, neppure che le persone possano ascoltarlo. L’abbiamo fatto proprio per noi stessi, perché avevamo voglia di concretizzare qualcosa di nostro.
Io non avevo mai cantato degli inediti in vita mia e quindi l’ho fatto per me. Adesso invece ho tanta voglia di farle sentire, le canzoni, di cantarle live in modo più assiduo. Attualmente le stiamo proponendo nelle nostre serate di Rock History, dove inseriamo al massimo due-tre inediti, però c’è tanta voglia di fare.
Con queste premesse, dopo aver ascoltato l’album Cindy & The Rock Hysteria, aver visto la band dal vivo e infine sul palco di San Siro, possiamo sicuramente consigliare di seguire e supportare questi ragazzi.