Ultimissimi giorni per visitare negli spazi dell’Archivio di Stato di Torino, in Piazzetta Mollino, la mostra “David Bowie / Steve Schapiro. America. Sogni. Diritti” che racconta attraverso le straordinarie immagini del leggendario fotografo americano Steve Schapiro il momento clou della carriera del Duca Bianco.
Aperture straordinarie per l’ultima settimana della mostra
da lunedì 20 a venerdì 24 febbraio dalle 14 alle 19
sabato 25 e domenica 26 febbraio dalle 11 alle 20
David Bowie a metà degli anni Settanta, dopo essere divenuto icona culturale in Inghilterra – suo paese di origine – riesce ad imporsi anche nel mercato più ampio e difficile da conquistare di sempre: gli Stati Uniti. L’album Diamond Dogs, e il relativo tour promozionale in Nord America, anticipano di qualche mese il suo trasferimento a Los Angeles. Nella città californiana Bowie, per sua stessa ammissione, vivrà uno dei periodi più bui della sua vita. Tra l’abuso di cocaina e l’ossessione per l’occultismo, Bowie rischiò di implodere. Ma nonostante la sua salute fisica e mentale fosse stata messa a dura prova, trovò il modo per uscire da quel tunnel che lo stava portando alla morte.
In tutte le fasi dell’avventura americana di Bowie è presente, nei momenti salenti e cruciali, Steve Schapiro, che sarà fotografo di scena di “L’Uomo che Cadde Sulla Terra” e autore degli scatti che compaiono sulla copertina sia di Station to Station sia di Low.
Schapiro, nato a Brooklyn nel 1934, è già considerato uno dei maggiori fotografi dell’epoca nonché uno dei più influenti nella storia della cultura popolare americana. Schapiro ha testimoniato con la sua macchina fotografica i momenti salienti della società americana della seconda metà del XX secolo: dall’avvento dei Kennedy passando per l’epopea pop di Andy Warhol e la Factory, dai movimenti per i diritti civili di Martin Luther King Jr. a personaggi dello sport come Mohammed Alì, fino al cinema d’autore per il quale ha lavorato come fotografo di scena in pellicole senza tempo come Il Padrino, Taxi Driver, Un Uomo da Marciapiede (Midnight Cowboy) e Apocalypse Now.
Attraverso la capacità di Schapiro di cogliere l’umanità dei suoi soggetti, il visitatore potrà riscoprire quindi non solo l’aspetto più personale di uno dei grandi miti della cultura popolare del XX secolo ma anche addentrarsi e respirare il clima culturale in cui Bowie creava la sua opera.
Entrambi gli artisti, infatti, condividevano una particolare sensibilità per quelli che erano i temi sociali dall’epoca, a cominciare dalle lotte per diritti civili degli afroamericani, delle donne e delle persone queer. Schapiro che queste lotte -importanti allora come oggi – non solo le aveva documentate con la sua macchina fotografica ma anche sostenute di persona, ne fece spesso argomento di conversazione con Bowie, che dal canto suo le aveva sempre sposate, collaborando con molti musicisti di colore e denunciando apertamente MTV colpevole di non trasmettere abbastanza artisti di colore in un momento storico nel quale nelle strade di molte periferie americane stava nascendo l’Hip Hop.
A cura di ONO arte, la mostra è prodotta da Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro, rappresenta un’anteprima nazionale e si compone di 70 scatti che partendo dal lavoro di Schapiro con David Bowie portano il visitatore a scoprire anche il suo lavoro di fotoreporter e fotografo di scena.