Francesco De Gregori a Grado, scendono le luci e un uomo solo con la chitarra al collo si mette al centro del palco dell’Arena Parco delle Rose. Lo si potrebbe confondere, vestito com’è con una t-shirt anonima e pantaloni chiari, per un turista tra i tanti che trascorrono le ferie estive nella località balneare del Friuli Venezia Giulia.
Il cantautore romano si presenta dinnanzi al pubblico senza essere introdotto, senza un annuncio che sottolinei l’eccezionalità dell’ospite chiamato a celebrare i 25 anni della rassegna Onde Mediterranee. E’ tutto voluto, fa parte dell’economia dello spettacolo.
E inizia “Cose” mentre cade qualche goccia d’acqua ma la pioggia non diventa tempesta, fulmini e grandine hanno risparmiato la serata.
Segue il racconto di quelli che sono stati gli inizi della carriera di De Gregori, “quando ancora non c’eravate, perché vedo tutti giovani, qui stasera”.
Un racconto che è uno spettacolo nello spettacolo, da tanta ricchezza nell’uso della parola finalizzata a suscitare nell’ascoltatore l’immagine di quanto descritto.
“All’inizio della mia carriera mi esibivo solo con voce e chitarra, sicuramente mi era più comodo che portarmi il pianoforte come Venditti.
Mi è capitato di aprire concerti di artisti più famosi di me, tra questi ricordo un gruppo singolare di metallari, con un impianto sonoro impressionante, il quale frontman aveva un particolare rapporto con il pubblico, di tipo fisico, caratterizzato dal lancio continuo, ma non per ferire, di oggetti tra cui pacchetti di sigarette, lattine mezze vuote e panini mezzi mangiati.
Oggetti che poi il cantante raccoglieva e restituiva, lanciandoli a sua volta tra il pubblico. Potete immaginare che io, su quel palco, non mi sentivo tranquillo anche se il pubblico mi ignorava. Per essere pagato dovevo fare tre/quattro canzoni, inutile dirvi che al quarto pezzo non ci sono mai arrivato.
Mi dicevano di fare il quarto brano solo se vedevo che il pubblico l’avevo proprio acchiappato. Quando ero a metà del terzo, sapevo di aver raggiunto l’obiettivo e sentivo montare dal fondo della platea un brusio sommesso, qualcosa come ‘…Vattene!'”
L’Arena Parco delle Rose, piena al limite della capienza imposta, è già nelle sue mani ben prima del quarto pezzo, quando la band raggiunge De Gregori per proseguire una scaletta costituita dai successi che hanno fatto grande l’artista.
Hanno accompagnato Francesco De Gregori sul palco: Guido Guglielminetti al basso e contrabbasso, Carlo Gaudiello alle tastiere, Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e mandolino, Simone Talone alle percussioni.
La scaletta del concerto
- Cose
- L’uccisione di Babbo Natale
- A Pa’
- Scacchi e tarocchi
- La testa nel secchio
- La storia
- Caterina
- Atlantide
- Titanic
- Il cuoco di Salò
- Nero
- Pablo
- Sangue su sangue
- Pezzi di vetro
- Generale
- Rimmel
- La leva calcistica della classe ’68
- Buonanotte fiorellino
- La donna cannone
- Cercando un altro Egitto
- Il vestito del violinista
- Viva l’Italia
La fotogallery del concerto di Francesco De Gregori a Grado, a cura di Cristiano Celeghin: