Trieste ha abbracciato con un calore fuori dal comune il Maestro Giovanni Allevi, nel suo concerto al Politeama Rossetti lo scorso 3 dicembre.
L’accoglienza riservata al compositore è stata entusiastica fin dal suo ingresso sul palco, al punto da fargli esclamare, quasi commosso, “Questo è un applauso finale!” mentre ringraziava il pubblico del teatro per tutta l’energia che stava ricevendo.
Con una breve introduzione, Allevi ha spiegato come la sua attuale situazione di salute lo limiti nell’esecuzione. L’autoironia e l’ottimismo che lo pervadono si sono riconosciuti fin da questo momento. Infatti, se per qualcuno il tremore delle mani porta inevitabilmente all’errore su alcune note, per lui invece quel tremore può portare ad una geniale variazione rispetto allo spartito originale. Al nostro orecchio, per la cronaca, di note sbagliate non ce ne sono state in tutta la serata.
In questo “Piano Solo Tour“, Allevi presenta i suoi brani più famosi eseguendoli appunto da solo, al piano, senza alcuna scenografia, introducendo ciascun pezzo con un aneddoto, un ricordo oppure un pensiero su chi o cosa gli abbia fornito l’ispirazione a comporre ogni brano.
Impariamo in questo modo a conoscere qualche aspetto della personalità e del vissuto di Giovanni Allevi. Ad esempio, gli inizi con un lavoro da cameriere per sostenere l’attività come musicista. “La tristezza“, ma poi, una mattina a casa, quando dalla finestra entrava una raggio di sole, la presa di decisione: inseguire il sogno.
Racconta delle passeggiate e dei momenti della giornata in cui è solito farle. Inizialmente, prediligeva l’alba oppure il tramonto, per apprezzare le diverse tonalità e sfumature dei rossi. Poi ha iniziato a farle di notte. Mentre la luce del Sole illumina tutto e rappresenta la ragione, il chiarore soffuso della Luna simboleggia l’indeterminatezza e la magia.
L’uomo deve riavvicinarsi alla natura e al divino. Dobbiamo imparare di nuovo a stupirci di fronte alla meravigliosa complessità di cose apparentemente piccole e semplici. E porta l’esempio dell’intreccio dei petali di una rosa, piuttosto che del profumo sprigionato da una fogliolina di basilico quando la si strofina tra le dita. Il conforto per sopportare le pesanti cure chemioterapiche arriva anche da queste piccole cose.
Il rapporto con sé stesso e con gli altri: a diciassette anni “ero un disadattato“, a venti, studente di Filosofia, si confronta con un grande amico, don Mauro, sulla trascendenza, sulla fede, sul credere o meno nei giovani. Dopo la morte dell’amico, le idee prima sostenute con convinzione vacillano verso posizioni più concilianti.
In un contesto di vita quotidiana, uno spostamento a Milano in metropolitana, da un fatto banale arriva l’ispirazione a comporre: quando ad una signora seduta affianco cade a terra la borsa con le mele, ciò che colpisce il Maestro è il ritmo con cui la frutta urta il pavimento. “Ma… Signora, ha sentito che ritmo!” … Così è nato il brano L’Idea.
Allevi scherza sugli effetti degli oppiacei quando deve andare a leggere la scaletta sul pianoforte per ricordare il brano che segue. Tutto questo, ad ogni modo, fa parte del copione dello spettacolo. E’ anche bravissimo nell’improvvisazione, quando si tratta di sdrammatizzare il disturbo dato dalla suoneria di un telefono durante l’esecuzione di un pezzo. “E’ fantastico! – osserva commentando l’episodio – il telefono ha squillato in Re proprio mentre stavo suonando un accordo che comprende il Re! Fatevi chiamare, ai concerti, purché i telefoni suonino in tonalità!“
Anche quando il dolore alla schiena si fa più intenso, piuttosto che sospendere alcuni minuti il concerto per riprendere le forze nel camerino, preferisce condividere la sua difficoltà e fare un esercizio di stretching utilizzando il pianoforte a mo’ di spalliera. Il pianoforte è il suo sostegno, ci si appoggia quando sta in piedi per parlare al pubblico, ma è soprattutto il suo strumento, la fonte della sua musica. Piace osservare i gesti del Maestro quando sembra voler accompagnare, con le mani, verso le orecchie prima e poi a diffondersi nello spazio, le ultime note al finire dei brani.
In un concerto così gradevole, è stata grande la suggestione durante il brano Luna, quando tutte le luci tranne un solo faro si sono spente, lasciando così Allevi suonare sotto le stelle che punteggiano il soffitto del Rossetti. Ci si avvia velocemente alla conclusione anche se avremmo voluto continuare ad ascoltare ancora a lungo.
“Ogni alba è una promessa, ogni tramonto è un arrivederci”.
A presto, Maestro!
Le foto del concerto di Giovanni Allevi a Trieste sono di Cristiano Celeghin.
Giovanni Allevi - Piano Solo Tour @ Politeama Rossetti Trieste - 3 dicembre 2024
I prossimi concerti di Giovanni Allevi:
- 8 dicembre: Teatro Sociale, Como
- 13 dicembre: Teatro dell’Aquila, Fermo
- 15 dicembre: Teatro Europauditorium, Bologna
- 16 dicembre: Teatro Colosseo, Torino
- 29 dicembre: Auditorium Parco della Musica, Roma
- 11 gennaio: Teatro Ponchielli, Cremona
- 12 gennaio: Teatro Municipale, Piacenza
- 15 gennaio: Teatro Gaetano Donizetti, Bergamo
- 18 gennaio: Teatro Clerici (ex Gran Teatro Morato), Brescia
- 17 gennaio: Teatro kursaal, Merano
- 24 gennaio: Gran Teatro Geox, Padova
- 25 gennaio: Teatro Galleria, Legnano
- 2 febbraio: Teatro Dal Verme, Milano
- 5 febbraio: Teatro Civico, La Spezia
- 8 febbraio: Teatro Pirandello, Agrigento
- 9 febbraio: Teatro Massimo Vincenzo Bellini, Catania
- 10 febbraio: Teatro Massimo, Palermo