Italian Alternative Rock al 100% con gli Afterhours al Flowers Festival per il “Folfiri o Folfox” Tour.
di Matteo Indino
Ieri sera al Flowers Festival di Collegno sono saliti sul palco gli Afterhours, accolti da un vasto pubblico di fans che ormai da mesi desiderava ascoltare dal vivo il loro ultimo album “Folfiri o Folfox”. Il nuovo lavoro, frutto di una lunga ricerca sonora e caratterizzato da una forte componente sperimentale, è molto soddisfacente, appagante e ricco di emozioni. La scaletta proposta nel tour contiene anche capolavori tratti da tutti i loro precedenti album, con un perfetto equilibrio tra vecchio e nuovo. Il nuovo album, e il relativo tour, sono costruiti sulla linea concettuale di morte e rinascita. Il titolo “Folfiri o Folfox” è tratto dal nome di due protocolli utilizzati per la chemioterapia del cancro al colon e la morte da cui scaturisce l’intrico di emozioni fatto di tristezza, rabbia, speranza e nostalgia, è quella del padre di Manuel Agnelli. L’artista con il suo genio e la sua tecnica è riuscito ad esprimere, ad esternare, il suo animo e lo si può subito percepire nella prima traccia del tour e del cd: “Grande”. Lo show prosegue con “Ti cambia il sapore” che racconta l’effetto dei farmaci chemioterapici sulla percezione, “Non voglio ritrovare il tuo nome” brano protagonista di un videoclip lanciato a fine maggio 2016, vero classico dell’album destinato a lasciare il segno; “Ballata per la mia piccola iena” con il suo crescendo chitarristico, “Varanasi baby”, l’esplosiva “Male di Miele” che infervora il pubblico, la strumentale “Cetuximab” (titolo preso dal nome di un farmaco antitumorale), “L’odore della giacca di mio padre” eseguita da Manuel solo al piano per un momento davvero commovente, “La vedova bianca”, “Padania”, il blues di “Né pani né pesci”, “Il sangue di Giuda” sempre più rabbiosa, la psichedelia di “Bungee Jumping”, “Costruire per distruggere” brano capolavoro dell’album “Padania”, “La sottile linea bianca” prima traccia dell’album “Ballate per piccole iene”, “Non è per sempre” brano pilastro dell’omonimo album del ’99, “Pop (una canzone pop), “Se io fossi il giudice”, “La verità che ricordavo”, “Quello che non c’è”, “Fra i non viventi vivremo noi”, concludendo grandiosamente con “Bye bye Bombay”.
Gli Afterhours sono riusciti ad affermarsi come vera band “Alternative Rock” stile anni ’90 che col passare del tempo e i rimpasti d’organico si è rinnovata costantemente, sfruttando l’affluenza di nuove idee e nuove contaminazioni. Attualmente la band è con tutta probabilità alla sua formazione migliore composta da Xabier Iriondo, Roberto dell’Era, Fabio Rondanini (al posto di Giorgio Prette), Stefano Pilia che sostituisce Giorgio Ciccarelli, Rodrigo d’Erasmo (polistrumentista) e il frontman, autore e compositore Manuel Agnelli. In questo contesto ai massimi livelli di tecnica e sperimentazione nasce il loro ultimo album “Folfiri o Folfox”.
Tutto il concerto è stato gestito in maniera impeccabile dallo staff, le luci memorabili, il maxischermo a lato ha proiettato in diretta lo spettacolo con una regia impeccabile.
Un tripudio di suoni, emozioni, luci e parole, la grandezza e la condivisibilità del tema hanno trasportato il pubblico del Flowers, per un momento, nel profondo del proprio animo.
Il Flowers Festival continua con ospiti di eccezione per le prossime date con I tre allegri ragazzi morti, Gianna Nannini, Vinicio Capossela e altri ancora.