Massimo Ranieri prosegue il suo straordinario viaggio tra canto, recitazione e danza con il suo spettacolo teatrale “Tutti i sogni ancora in volo”.
Mercoledì 21 febbraio 2024 è stata la volta del Politeama Rossetti di Trieste, di accogliere con grande calore l’esibizione dell’artista napoletano. Un modello, Massimo Ranieri, di artista a tutto tondo, polivalente, da cui prendere esempio per quanto riguarda il metodo e l’approccio.
Il metodo, ovvero la cura maniacale dei dettagli, sia in scena che al di fuori. Massimo è un perfezionista, sul palco, ed esibisce una forma fisica e una tenuta invidiabili per un uomo di quasi 73 anni. Lui ne dichiara 53, aggiungendo: “Cosa saranno mai, una ventina d’anni in più o in meno?”
L’approccio è sempre solare, propositivo, accattivante: Ranieri trae energia dall’esibirsi e si diverte nel farlo, non si può non rendersene conto assistendo allo spettacolo. La sua dote naturale è il carisma, ha una presa sul pubblico come pochi altri riescono ad ottenere.
“Tutti i sogni ancora in volo” racchiude le canzoni tratte dall’ultimo omonimo album, alternate ai grandi successi che il pubblico di Trieste ha cantato all’unisono con Ranieri. Per citarne alcuni: “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città”, “Perdere l’Amore”, “Rose Rosse”. Tra un brano e l’altro, è tutto un susseguirsi di aneddoti e sketch che fanno passare in un attimo le due ore abbondanti dello show.
C’è molta autobiografia, nei racconti di Massimo, che cita episodi dagli inizi della sua carriera, come il rapporto con Strehler: “Lavorare con Giorgio era estenuante ma meraviglioso. Nel teatro fu signore assoluto, mi insegnò l’arte della fatica e della sofferenza. Se sono qui, lo devo a lui”.