di Roberta Perduca
Può succedere, in passato con molta più frequenza, che in una città come Torino e dintorni si abbia un certo imbarazzo nella scelta di quale evento musicale scegliere. A conferma di questa affermazione c’è da dire che lo scorso venerdì sera pareva di essere tornati nella città che musicalmente ricordo con più affetto, la “Torino degli anni ‘90” in cui veramente potevi decidere di passare la serata scegliendo di ascoltare molti generi diversi, cosicché il 28 di aprile 2023 la proposta è stata quanto più varia e interessante: il pregiatissimo Jazz Festival Fringe che in questi ultimi giorni ha portato l’atmosfera di New Orleans in città, Mezzosangue il rap a Venaria, Niccolò Fabi al teatro Colosseo con il suo nuovo tour, all’Hiroshima Mon Amour i popolarissimi Lo Stato Sociale, più sicuramente diversi altri spettacoli.
Per tornare al momento dei bei ricordi di una città che suonava e suona ancora tanto, in programma venerdì 28 aprile, al Circolo della Musica di Rivoli, si sono anche dati appuntamento i ragazzi, ora un po’ meno, che nel 2010, nel quartiere San Salvario, diedero vita al collettivo “Minoranza d’Autore”. Una bellissima rappresentanza di cantautori indipendenti che a loro dire simpaticamente hanno fatto una serata “Revival” poiché “…E’ già passato qualche annetto”, in cui si sono riuniti per presentare alcuni loro brani dell’epoca ed altri più recenti, sicuramente apprezzabili come e più di prima.
Una serata rilassata e divertente in cui abbiamo potuto apprezzare l’ironia, la sincerità e la bravura di artisti molto differenti tra loro che hanno presentato le tante sfaccettature di quello che viene definito il “cantautorato italiano moderno”.
La presentazione iniziale è stata affidata ad un bellissimo video in bianco e nero, muto, in stile comiche anni ’30, con musichetta a tema e sottotitoli, dove molto esplicitamente si faceva riferimento in modo scherzoso al cambiamento che negli ultimi anni è avvenuto nella scena cantautorale italiana. All’artista di strada viene consigliato da un passante di indossare barba e cappello per essere un vero cantautore perché solo suonare la chitarra non basta e quindi la trasformazione avviene appunto in una bottega da barbiere di San Salvario, ove oltre al cappello viene aggiunta la folta barba.
Mattatore della serata, a sua insaputa, ma perfettamente calatosi nella parte, Andrea Pavan, che ha ben presentato gli artisti che si sono avvicendati sul palco. L’apertura è stata affidata a Fra Diavolo (voce-chitarra) accompagnato da Alberto Iotti (violino) che ha portato i suoi testi ironici in chiave blues.
Un video, mentre pedalava nelle campagne toscane, è stato inviato da Eugenio Rodondi, che a causa di impegni non ha potuto essere presente alla serata ma ha voluto comunque partecipare a ”distanza”.
A seguire si è esibita la giovane Giulia Bi, voce e chitarra, con il suo approccio più rock ed energico insieme alla sua band composta da basso, batteria e chitarra elettrica.
La serata è proseguita con l’impronta più demenziale di Lo Sciur (NDR Diminutivo maschile di “Sciura” dal dialetto meneghino) chitarra e voce, con due suoi brani, uno riguardo le rarefatte pulizie domestiche con “Polveri in amore” e l’altro sull’importanza della “Soia”, alimento perfetto.
Un imprevisto ha pesato (poco fortunatamente) sull’esibizione di Bandini, chitarra elettrica e voce, ma purtroppo senza pianoforte (NDR Il musicista che avrebbe dovuto accompagnarlo si è rotto un braccio di recente). Con “Nel vento”, “Siam rimasti in pochi”, “Una dedica molesta”, “Per colpa di emozioni clandestine”, un’ode alla sbronza con relativo hangover del giorno dopo, abbiamo comunque ascoltato l’autore più complesso e intellettuale del gruppo, che ha alternato i suoi brani con citazioni di John Fante, Bukowski e Trilussa con la lettura di “Er nemico”, poesia ancora attuale che descrive le faide della politica italiana.
Ad esibirsi prima del gran finale corale, sono stati Ila Rosso, voce e chitarra, accompagnato da Sergio Maiando al basso, con brani in rima e molti riferimenti demenziali ed irriverenti, soprattutto con una cover di una canzone in dialetto napoletano molto colorita. A chiudere lo spettacolo Luciano De Blasi, voce, Andrea Poeti, percussioni e Fabio Menegatti, chitarra, con il suo stile Combat Folk, come “Un uomo orribile” e super gran finale, in cui anche il pubblico è stato invitato ad unirsi agli artisti sul palco. Veramente divertente e a tratti surreale.
La fotogallery dei Minoranza d’Autore è a cura di Vincenzo Turello.