“Sulle mie tracce” scritto da Fabrizio Simoncioni “Simoncia” con Adriano Gasperetti.
Un libro di aneddoti autobiografici raccontati da uno dei più importanti fonici e musicisti del panorama rock italiano e internazionale
Fabrizio Simoncioni, per tutti solo “Simoncia”, musicista e cantante prima, poi apprezzatissimo sound engineer, un talento del mixer, scelto da artisti italiani e internazionali per la realizzazione dei propri album.
“Sulle mie tracce” è il racconto di una vita vissuta due volte e insieme un viaggio dietro le quinte di tante canzoni e album che hanno fatto la storia della musica italiana.
La sua carriera passa attraverso collaborazioni illustri, con i più famosi artisti italiani: da Ligabue ai Litfiba, da Edoardo Bennato a Gianluca Grignani, ai Negrita, Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Gianna Nannini. Mette lo zampino, anzi il mixer, pure in uno dei singoli più venduti degli anni Novanta, Il mio nome è mai più. Ah, e c’è pure una nomination ai Latin Grammy con artisti d’oltreoceano…
TRACCE DAL LIBRO _ IO E CARMEN CONSOLI ….Francesco mi propose di mixare quello che sarebbe stato il nuovo album di Carmen Consoli e accettai di buon grado in quanto mi piaceva molto la musica di Carmen…. Carmen mi chiese espressamente di sbizzarrirmi con effetti e distorsioni, giocando al massimo…
IO E I LITFIBA
… Io ero un giovane fonico quasi inesperto all’epoca, per cui accettai subito e di buon grado. Per me era un onore e un’opportunità enorme. Alla fine del 1990 realizzammo quindi EL DIABLO, poi il resto è storia…
FABRIZIO SIMONCIONI Nato ad Arezzo l’11 giugno 1965, è un sound engineer, produttore e musicista, conosciuto per la collaborazione con vari artisti dell’ambito rock nostrano e internazionale. Vanta in carriera un palmares di sessanta dischi di Platino e più di cento dischi d’Oro certificati, oltre a una prestigiosa nomination nella categoria Best Album of the Year ai XIII Latin Grammy®. Simoncia pilota aerei civili ed è un appassionato di mountain bike.
ADRIANO GASPERETTI Giornalista professionista, lavora per l’agenzia di stampa nazionale Dire. Per Arcana, nel 2020 ha lavorato alla scrittura dell’autobiografia di Ghigo Renzulli, 40 anni da Litfiba.
INTERVISTA AI PROTAGONISTI a cura di Letizia Reynaud
Ciao Fabrizio, bentornato a Music&thecity. Oggi, dopo averlo annunciato in anteprima nella nostra ultima speciale intervista, parliamo un po’ più nel dettaglio del tuo libro di recente pubblicazione “Sulle mie Trecce”, un libro che non vedevo l’ora di leggere e che mi ha dato l’impressione di continuare con te una delle nostre bellissime chiacchierate, come se in alcuni momenti del racconto fossi proprio li al tuo fianco ma questa volta silente, non ad ascoltare ma ad osservare… Ho quindi diverse domande e curiosità
Una vita intensa la tua, la descrizione della tua biografia dice un prima e un dopo… Sono davvero due vite e due uomini diversi o l’uomo di oggi è conseguenza del primo, quanto una vita può essere insieme di più vite nella stessa?
F_ “non direi che ci sono due vite diverse, ma che ci sia stato un cambio di direzione ad un certo punto della vita. Prima dell’incidente ero un adolescente “normale”, spensierato e molto fortunato: avevo avuto la possibilità di suonare e cantare in giro, fare concerti, apparire in televisione… ma sarebbe probabilmente stata una situazione effimera: come ho scritto nel libro e dico spesso, non avevo il talento sufficiente per una reale carriera artistica duratura, quindi in capo a qualche anno avrei quasi sicuramente abbandonato la musica o, nel migliore dei casi, relegata a hobby. L’incidente è stato un “punto e accapo”, un nuovo inizio sicuramente, ma della stessa vita. Anzi, è stato l’evento e il motivo per cui oggi, dopo quarant’anni continuo ad occuparmi di musica e ne ho potuto fare una professione. Quindi non ci sono state due vite, ma una sola con destinazione precisa anche se ho dovuto passare per diversi bivi importanti”
Sulle mie tracce… Riguardando indietro quali sono le tracce che vedi molto chiare e riconosci come tue, più di altre, nel bene e nel male?
F_ “Direi che la traccia primaria è quella che ripeto sempre: la fortuna! È quella che ho seguito e mi ha seguito, aiutato, indirizzato, spinto. Sempre nella giusta direzione. E continua a farlo. L’altra traccia è la mia famiglia: i miei hanno sempre fatto di tutto per farmi esprimere al meglio, non mi hanno mai ostacolato né represso. E mio figlio Alessandro, che è da sempre il mio fan numero uno e mia massima fonte di ispirazione. Spero di lasciare una buona traccia anche io per lui”
Questo libro, racconta la tua storia o almeno in buona parte, quale è la fase del racconto che ti ha impegnato di più, vuoi per impegno di scrittura o per intensità di emozioni o per difficoltà nel riordinare i ricordi?
F_ “Bella domanda! Ci sono stati vari momenti e capitoli nei quali ho rischiato di perdermi. Principalmente il problema non è stato ricordare, ma collegare e mettere in ordine cronologico episodi. Poi c’erano gli anni che definisco “inutili”, ossia quelli subito successivi all’ incidente, durante i quali non ho potuto fare molto se non dedicarmi alla ricostruzione del mio corpo, terapie fisiche, palestre etc. Anni in cui non ci sono stati eventi degni di rilievo, o perlomeno non sufficienti a riempire pagine di una biografia. E mi sono trovato ad un certo punto con un libro spezzettato, in cui mancava una linea temporale continua. Quello è stato il momento più difficile. È lì che un amico, Angelo Sorino (che aveva da poco scritto e pubblicato la biografia ufficiale di Rino Gaetano) mi dette un’idea illuminante e risolutiva per questo problema: scrivere un racconto che avrebbe collegato e risolto in maniera brillante i salti temporali. Ed è nata la storia delle mie avventure in mountain bike, fil rouge della biografia.”
F_ ” la più divertente, sicuramente quella con i Negrita a New Orleans per le registrazioni di XXX
_ la più intensa direi “Novo Mesto”, il capolavoro di Niccolò Fabi. Un mese vissuto insieme, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 in uno studio residenziale in Slovenia. Con tutta la band, isolati dal mondo, in mezzo a boschi secolari. Alta intensità creativa, esperienza meravigliosa
_ la più complicata quella citata da te: il disco con Gianluca Grignani. E credo che “complicato” sia una parola che accompagna spesso Gianluca, purtroppo
_ la più gratificante la collaborazione con Luciano Ligabue. 7 anni incredibili durante i quali ho avuto soddisfazioni personali e professionali enormi. A partire dal mio debutto con lui all’Arena di Verona nel settembre 99, proseguendo con l’incontro agli Abbey Road studios di Londra con Paul McCartney, i concerti a San siro e mille altre cose
_ la più inaspettata il ritorno al lavoro coi Litfiba in veste di tastierista! Meraviglioso. Un regalo di Piero e Ghigo, coronamento di una collaborazione ed amicizia trentennale che mi ha permesso di tornare a calcare palcoscenici importanti ed esprimermi nel luogo dove mi sento meglio: il palco
_ la più “fuori di testa” direi gli anni in Texas! Ho vissuto davvero da protagonista in una realtà che sembrava un set di Tarantino, un universo parallelo in cui sono successe cose assurde e molto divertenti. Alcune decisamente pericolose, anche, ma tutte stimolanti. E a livello di carriera idem: quegli anni mi hanno portato alla nomination ai Latin Grammy, cosa che non avrei mai ritenuto possibile”
Per finire, tornando al richiamo del titolo del tuo libro, “sulle mie tracce” ha una doppia valenza la storia della tua vita e le trecce musicali che hai composto, ecco su quali delle tue tracce vorresti che il lettore, tuo ipotetico accompagnatore, camminasse al tuo fianco per vivere insieme a te ciò che hai vissuto o ascoltare insieme a te ciò che hai composto? “Si, esatto: il titolo l’ho scelto proprio per la doppia valenza, seguire le mie tracce inteso come percorso di vita, durante il quale spero di aver lasciato anche tracce permanenti, e seguire quelle audio, di tracce: le registrazioni musicali si effettuano su diverse “tracce” o piste, e i dischi contengono tracce.
Difficile per me indicare quali seguire per accompagnarmi, perché ognuna ha un suo ruolo. Ogni canzone, ogni disco che ho registrato, brano che ho composto o prodotto, spettacolo a cui ho preso parte… sono tutte bandierine su una mappa, indicatori di direzione e memorie di un’avventura che dura da 56 anni e che ancora continua. Tra poco sarò di nuovo in tour coi Litfiba, alle tastiere nel loro tour finale “l’ultimo girone”. Il percorso prosegue, la mappa con le mie tracce si espande. Seguitemi, vediamo cosa altro possiamo scoprire”
Chiudo con un saluto e un ringraziamento per la chiacchierata! Leggete “Sulle Mie Tracce”, se ancora non lo avete fatto! 😉
Grazie Fabrizio, nella speranza di poter presto seguire e/o ascoltare altre tue “tracce” stellate, ti auguriamo un buon proseguo di cammino…
Qualche domanda ad ADRIANO GASPERETTI coautore